2010 4 dicembre ore 21:00

84.06

Teatro comunale di Forlì Diego Fabbri

84.06, santasangre (Foto: Fabrizio Cerroni)

Creazione scenica da 1984 di George Orwell

Ideazione: Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci
Musiche originali ed elaborazione dal vivo: Dario Salvagnini
Elaborazione video dal vivo: Diana Arbib, Luca Brinchi
Luci: Maria Carmela Milano
Con: Stefano Cataffo
Voce: Roberta Zanardo
Produzione: Santasangre 2006

Ingresso: intero Euro 12,00 – ridotto Euro 10,00 – Club Giovani Euro 6,00 – Studenti fino a 18 anni Euro 3,00

84.06

84.06 è un lavoro che sempre più si dirige verso la rottura del confine che separa il pensiero dall’accadimento. Il pensiero di per sé non include un’azione, ma nello stesso momento in cui si immagina qualcosa è insita un’azione, differente da quella fisica, ma non per questo di minore rilievo: il movimento nella visione cerebrale.
84.06
è un luogo dove spazio e tempo sono vaporizzati, sospesi, sconvolti continuamente dalla manipolazione e dalle modifiche esterne.
Il campo di indagine è la trasformazione della realtà, è la manipolazione del pensiero attraverso l’illusione delle immagini mediatiche.

La vicenda di questo lavoro si svolge in una scatola di vetro, allegoria di un sistema di condizionamento, al suo interno un uomo è stato catturato, il suo pensiero non rientra nei canoni dell’accettazione ai condizionamenti del sistema, non è il suo agire che si vuole bloccare, è il suo istinto a pensare come individuo che fa paura.Si deve correggere la sua essenza di uomo, si deve annientare la visione critica che permette una scelta, si deve eliminare la presa di coscienza dello stato di schiavitù in cui consumiamo il nostro quotidiano.
All’esterno lo spazio di azione è macchinato da due figure, che a loro piacimento (attraverso l’uso di dispositivi mediatici audio/video) permettono alla scatola di animarsi per soggiogare l’istinto dell’ultimo uomo.
E’ il pensiero ad essere spiato, catturato e tradotto in immagini, le azioni sono imposte da pulsioni sonore, le parole sono distrutte per dare spazio ad un nuovo modo di esprimersi.
Non c’è più distinzione tra momento sognato e realmente accaduto, non ha più importanza comprendere se quel che viene proposto è un sogno o realtà, hanno entrambi lo stesso peso: è tutto vero, è tutto falso, diventano affermazioni prive di contenuto.

Scarica foto Santasangre (Foto: Fabrizio Cerroni)

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